UN GIORNO DEDICATO ALL'ACCOGLIENZA.
Ecco le parole di Ilaria Andaloro, regista del gruppo 'Orme nel Vento':
Appuntamento importante quello di sabato 16 maggio 2015, presso il Teatro dei Salesiani di Trento, dove verrà organizzato un incontro
con uno tra i personaggi più interessanti del panorama nazionale del teatro
sociale. Si tratta infatti di un giovane con una storia umana ed artistica
molto particolare, Fra Stefano Luca,
diplomatosi presso la prestigiosa Accademia
dei Filodrammatici di Milano, che dopo aver incontrato la fede nel suo
cammino di vita ed indossato il saio francescano, ha deciso di mettere tutta la
sua esperienza di operatore di teatro sociale nei vari ambiti delle Missioni
dei Frati Minori Cappuccini, che lo hanno condotto a toccare con mano la dura
realtà delle prigioni minorili africane. L’evento è stato organizzato dall’Associazione Estuario o.n.l.u.s. di Trento, che si occupa di aiuto e sostegno alle
persone che soffrono di disagio psichico e alle loro famiglie. All’interno di
tale Associazione dal 2010 è stato attivato un laboratorio teatrale che ha dato
vita ad un gruppo integrato, Orme nel Vento, conduzione e regia
di Ilaria Andaloro, formato da
utenti che frequentano Estuario, volontari ed educatori. L’incontro con Fra
Stefano Luca assume i contorni preziosi di un incontro che voglia anche e
soprattutto, dare voce a quell’umanità solitamente relegata ai margini della
società.
“Ho incontrato Stefano Luca lo scorso dicembre ad Urbania, dove ogni
anno viene organizzato il Convegno Internazionale di Teatro Sociale, che
riunisce artisti professionisti, provenienti da tutto il mondo, che hanno
deciso di mettere la loro arte proprio al servizio delle persone più disagiate:
detenuti, profughi, rifugiati politici, tossicodipendenti, disabili, persone
che vivono nelle zone di inarrestabile conflitto bellico. Di lui mi hanno
colpito la profonda umanità, l’assenza di retorica che traspariva dai suoi
racconti, l’indubbia qualità artistica del suo lavoro teatrale ed ho pensato
che sarebbe stato davvero bello averlo qui, nella nostra città, poco abituata
ad ascoltare e vivere esperienze di questo tipo. Questo coraggioso frate
francescano è l’autore di un libro molto significativo, che verrà presentato in
occasione dell’evento, che va ad inserirsi in una particolarissima tournée che
Stefano sta portando in molte città italiane: STORYBOARD. La ri-nascita nell’incontro. PinokkhIo BLACK SHEEP &
The unbeatable: don Kisciotte. Teatro sociale nelle carceri dimenticate
dell’Africa nera tra torture e disumanità ( con prefazione di Vito Minoia e don Claudio Burgio e postfazione
di fra Sergio Pesenti, Edizioni Nuove Catarsi, PU 2014 ). Il testo racconta
l’esperienza teatrale, spirituale e profondamente umana di Stefano nelle
carceri minorili del Camerun, popolate da ragazzi dimenticati, maltrattati,
umiliati. Proprio con loro Fra Stefano ha avuto occasione di lavorare sul Don
Chisciotte di Cervantes, che è proprio il testo sul quale anch’io, con Orme nel
Vento, sto impostando l’ultimo percorso teatrale, che verrà presentato sabato
23 maggio 2015, sempre presso il Teatro dei Salesiani, intitolato All’ombra dei
mulini a vento. La testimonianza di Stefano mi ha così smosso dentro, da
subito, tante corrispondenze, infondendomi rinnovato coraggio. Si isti et istae
– affermava il grande Sant’Agostino – cur non et ego? Ho di fatto ritrovato
nelle parole di Stefano e nel suo modo di lavorare molte analogie con il
percorso intrapreso ad Estuario, credo proprio che entrambi ci siamo rivolti a
questo straordinario personaggio della letteratura spagnola con l’intento di
proporlo, ai destinatari del nostro teatro, come eroe del quotidiano, come un
invincibile, che ha il coraggio di rialzarsi sempre, dopo ogni caduta e non
come l’eterno vinto. E così vorremmo si sentissero “loro”, ovvero tutti coloro
che si reputano “sconfitti”, dimenticati, accantonati, fuori dai giochi che una
società cinica ed egoista impone. Coltiviamo questo sogno e non abbiamo paura
di scambiare le pale dei mulini a vento con feroci demoni perché sentiamo che
questo cambio di prospettiva è oggi più che mai necessario e che, aiutando
“loro”, i dimenticati e gli esclusi, stiamo aiutando, e non poco, noi stessi e
l’intera società a provare a modificare il suo sguardo, a spostarlo un po’ più
lontano dallo stigma e dal pre-giudizio, un po’ più vicino all’amore e
all’empatia.”
Ilaria Andaloro
E finito il laboratorio di teatro sociale... bisogna sempre finire in 'gloria' !!! ah ah ah !!!
piatti tipici Trentini !!!